lunedì 5 settembre 2016

La valutazione dei Dirigenti Scolastici al via.

La valutazione dei dirigenti scolastici è ormai ai nastri di partenza dopo ben quindici anni di sperimentazioni e tentativi andati a vuoto. Nell'attuale contesto, denso di novità che impattano sull’attività dirigenziale, sulla questione valutazione la direttiva n. 25, emanata il 28 giugno 2016, costituisce, al momento, il punto fermo di riferimento.  
Siamo in attesa della pubblicazione delle Linee guida e il protocollo valutativo, completo degli indicatori attraverso cui saranno declinati i criteri fissati dalla norma. 

In attesa di conoscere l’impianto valutativo di cui si sta occupando l’Invalsi, riproponiamo alcuni riferimenti importanti forniti dallo stesso quadro normativo per mettere a fuoco gli ambiti e le dimensioni della dirigenza scolastica maggiormente considerati dal processo valutativo.
Innanzitutto, la previsione del DPR n.80/2013, che finalizza il procedimento di valutazione delle scuole - articolato nelle azioni di autovalutazione, valutazione esterna, azioni di miglioramento e rendicontazione sociale – anche alla rilevazione delle aree di miglioramento organizzativo e gestionale della scuola direttamente riconducibili al dirigente scolastico. Gli stessi obiettivi di miglioramento della scuola, fissati nel PdM a seguito di autovalutazione, sono assunti direttamente nell’incarico triennale conferito dal Direttore dell’USR, unitamente alle priorità nazionali e regionali (art.6, commi 4 e 5).
La correlazione tra azione dirigenziale e miglioramento del servizio scolastico viene poi ribadita ampiamente dalla Legge n.107 che, tra l’altro, ai fini dell’individuazione degli indicatori stabilisce in primis la considerazione del contributo del dirigente al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel RAV.
La direttiva sulla valutazione, infine, ribadisce che la valutazione del dirigente si svolge in coerenza con il relativo incarico e con particolare attenzione alle azioni direttamente riconducibili all’operato del dirigente in relazione al perseguimento delle priorità e dei traguardi previsti nel RAV e nel PdM (art.4 comma 3).
Riteniamo utile, in questa fase, riguardare il RAV per orientare i processi decisionali e le nuove scelte organizzative - a partire dal nuovo atto di indirizzo al collegio - verso quegli stessi obiettivi di miglioramento che la scuola si è data e che confluiranno con una procedura automatica direttamente nell’incarico dirigenziale.